martedì 9 giugno 2020

Step#25

Articolo di commiato 
Il viaggio iniziato pochi mesi fa con la stesura e pubblicazione del primo articolo del blog si conclude con quest’ultimo scritto.Pertanto con quest’articolo ci si propone sia di illustrare brevemente quali sono i contenuti del blog a beneficio di chi si appresta a leggerlo ,sia di descrivere da un punto di vista soggettivo cosa rappresenti oggi per il redattore del canale ciò che negli ultimi mesi si è cercato di incarnare al meglio, ovvero combattere .
La ricerca come ogni tentativo di studio e analisi che si rispetti è partita dalle fondamenta, dal tentativo di spiegare ciò che effettivamente significhi combattere, dall’etimologia dalla parola ed i significati più disparati che essa assume. Da questi con uno sforzo di fantasia abbiamo dato una plausibile quanto fantasiosa spiegazione all’origine della parola legandoci alla traduzione latina di cum-battuere (con battere).
Poste queste basi ci siamo addentrati nel cercare di capire fin in fondo tutti i significati del combattere ,le implicazioni e cosa ha spinto l’uomo a compiere queste azioni ,per far ciò siamo risaliti a come l’essere umano ha idealizzato questa azione, dandogli vita attraverso delle divinità ,creando cosi infinite leggende e icone che ancora oggi studiamo .
Successivamente si è cercato di capire come l’incarnazione di questo verbo potesse dimostrarsi efficace nell’ispirare artisti, grafici e scrittori.Abbiamo cosi evidenziato come combattere sia divenuto un leitmotiv ricorrente in molte pubblicità, in particolar modo in quelle che si prefiggono l’obiettivo di pubblicizzare articoli sportivi oltre che una fonte di ispirazione tanto classica quanto profonda per gli scrittori di prosa e di romanzi letterali, tra questi è sembrata doverosa la scelta di citare Ungaretti .
Nel campo dell’arte ,oltre che nelle poesie del poeta di origini toscane ,combattere trova facile e diffusa applicazione nel settore cinematografico ,abbiamo evidenziato questa versalità descrivendo una scena del film “Troy” ,pellicola intrisa di battaglie fisiche ed emotive. 
Dopo aver cercato di capire le ripercussioni sulla psiche ,sulla spiritualità e più in generale sull’emotività dell’uomo il percorso si è volutamente indirizzato versa una ricerca profonda sull’evoluzione del concetto di combattimento, su quali siano state le innovazioni tecnologiche più avveniristiche e le tecniche di combattimento più efficaci . Per questa verifica abbiamo dapprima visto quali sono stati gli scritti sulla guerra più noti e consultati nel corso dei secoli,trovando materiale di pregevole fattura nei lavori di Cesare e del cinese Sun Tzu,per poi concentrarci sulle innovazioni e sulle armi divenute celebri nel corso della storia.Tra queste abbiamo analizzato, dal gladio romano al trabucco ,dalla ballista alle navi da guerra finendo con la descrizione del materiale principe del combattimento l’acciaio ,presente nelle armi da taglio ,in quelle da fuoco ,nei carri armati e come componente nei giubbotti antiproiettili .
La ricerca è poi proseguita nella raccolta e descrizione del legame della guerra e del combattere con la scienza, qui abbiamo trovato fertile terreno nel quale cogliere spunti per la stesura di numerosi articoli .Questo legame flessibile come l’acciaio e duro come la pietra ci ha portato alla descrizione delle primitive armi chimiche, della figura di Playfair quale antesignano della guerra chimica moderna ,delle ovvie quanto tristi e pericolose implicazioni delle scoperte di Einstein in guerra, con la bomba atomica e degli usi scellerati e criminali che di questa sono stati fatti.
Ci siamo inoltre concentrati nell’individuare dei brevetti per rappresentare il verbo e con un ulteriore sforzo di immaginazione è stata ideata una possibile invenzione che si spera in futuro possa rendere più sicure le nostre vite ,gli “Air gloves”.
E’ stato possibile inoltre dare un indirizzo personale al verbo ,declinandolo in un contesto a parer mio tanto nobile quanto sacro ,quello di dare battaglia per la libertà. A tale scopo è stata scelta come icona del blog la tela "la libertà che guida il popolo” ;è stato scelto come figura di riferimento ,per ovvie ragioni ,Sir Winston Churchill ed inoltre individuato nell’illuminismo un motore rivoluzionario che ha spinto l’uomo a combattere conducendo l’umanità verso conquiste di civiltà di cui ancor oggi godiamo .

Step#24

Mappa concettuale
Nel seguente articolo è stata redatta una mappa concettuale volta a collegare,con un gioco di reciproche implicazioni, tutti i temi trattati all'interno del blog.



lunedì 1 giugno 2020

Step#23


Step#22

"Air gloves" per combattere in strada
Il binomio innovazione guerra ha dato vita alle più grandi innovazioni tecnologiche della storia . Per far questo grande risorse di denaro sono state destinate alla ricerca e agli apparati di ingegneria militare .
Oggi una buona parte del prodotto interno lordo delle più grandi potenze mondiali viene speso in ricerca e produzioni di armi intelligenti come droni che riconosco i bersagli ,piccoli robot della grandezza di una farfalla che possono entrare sul suolo nemico per prendere informazioni o sistemi satellitari che riescono a rilevare con precisione centesimale anche un filo d'erba .Tuttavia combattere non significa esclusivamente fare la guerra ,significa anche dare degli strumenti in grado di difendersi ai cittadini e alle autorità che compiono il proprio dovere di vigilanza .Se nel caso della guerra le innovazioni sono ormai molteplici, per i civili non si può dire lo stesso , a riprova di cià l' arma tecnologicamente più avanzata che si utilizza in strada contro gli attacchi di aggressori é l’intelligentissimo spray al peperoncino.
Uno strumento pensato per la difesa di tutti e dal pratico utilizzo potrebbero essere gli “Air gloves”.
“Air gloves “ è un dispositivo pensato a partire da un altro progetto già esistente gli “Air umbrella”.
Air umbrella é un dispositivo che respinge a partire da un getto d'aria pressurizzata diretta verso l'alto la pioggia deviandone la traiettoria ed impedendole di oltrepassare il campo di aria, creando cosi un ombrello invisibile .
Se lo stesso schema venisse applicato a dei guanti  riuscendo a convogliare un quantitativo di aria pressurizzata molto grande in grado di spostare oggetti fino ad un peso di 80/90 kg ,chiunque in strada durante un aggressione  ,potrebbe tenere a bada e a debita distanza il mal intenzionato fino all'arrivo dei soccorsi .
L’unico ostacolo che oggi non ci consente di arrivare alla realizzazione di un progetto così rivoluzionario é la mancanza di una tecnologia adeguata, bisognerebbe studiare un sistema che rilascia un quantitativo così grande di aria pressurizzata per lungo tempo .
Tuttavia è lecito pensare che con le risorse materiali e intellettuali giuste il progetto degli “Air gloves” possa trovare applicazione nel concreto molto presto .

Step#21

Brevetti per combattere

Nel corso dei secoli l’innovaione in campo di militare ha avuto una capacità attrattiva di risorse ben più ampia di qualsiasi altra disciplina ,per questo motivo i brevetti che si rifanno al combattere sono copiosi .
Molteplici sono i brevetti di armi atte ad offendere il nemico ,ma combattere non vuol dire soltanto colpire,di vitale importanza sono oltre l’attacco la capacità di difesa e la cura dei particolari .
A suffragio di questa tesi vengono in aiuto i seguenti brevetti.
L’evoluzione principe della difesa sono oggi i materiali antiproiettili .
L'invenzione descritta dal brevetto sopra linkato, riguarda un materiale composito ,in forma di lastre pione o curve o di corpi ,insieme al procedimento di fabbricazione di tale materiale.
I titolari di questa innovazione sono Emilio Bottini e Giacomo Mazzer ,che hanno depositato l’idea l’11/09/1978 ottenendo il rilascio di brevetto il 13/11/1981 .
La precisione e l’efficacia del colpo passa anche soprattutto dai dettagli, se l’arma non esplode il colpo correttamente a causa di un errata lubrificazione il suo utilizzo è evidentemente compromesso.Per ovviare a questo problema Karl Clark Lippard ha brevettato un sistema di lubrificazione che rende l’arma sempre efficiente e ben lubrificata.

Step#20

Acciaio e guerra, un connubbio millenario
L’evoluzione tecnologica e scientifica degli ultimi secoli ha portato all’invenzione di una pluralità di materiali che hanno rivoluzionato il modo di combattere .
L’uranio e il plutonio sono i costituenti degli ordigni che hanno fatto la storia ,la dinamite e la polvere da sparo hanno rivoluzionato la concezione stessa degli eserciti ,kevlar e altri agenti chimici hanno fatto da guida verso nuove tecniche di assedio . 
Tuttavia il materiale principe di qualsiasi combattimento è senza ombra di dubbio l’acciaio.
L’acciaio è un materiale piuttosto antico nato per e grazie al combattimento.
Nel tentativo di creare una lama più leggera e letale l’uomo si imbattè nella prima tecnica di siderurgia, il damasco saldato.
Dai forni estrattivi primitivi si otteneva un ammasso di ferro-acciaio disomogeneo ,pieno di scorie di fusione carboniose, una volta forgiato allungandolo e ripiegandolo su se stesso svariate volte permetteva la riduzione delle inclusioni nocive e la diffusione del carbonio in modo uniforme nel pacchetto. Fu questa la tecnica utilizzata sicuramente in alcune lame etrusche del IV secolo a.C. in cui due tipi di acciaio-ferro più ferro meteorico vennero saldati insieme: l'acciaio (o ferro carburato) per il tagliente; il ferro e il ferro meteorico per i lati della lama, più morbidi e resilienti, ottenendo volutamente un notevole effetto estetico. Questa era la tecnica usata dai fabbri dei Celti e degli Antichi Romani, passata poi ai Germani .Proprio le popolazioni nordiche crearono un nuovo tipo d acciaio

“durior [...] ferro quod noricus excoquit ignis, it. "Più duro del ferro temperato dal fuoco norico".

Cosi scriveva ovidio del chalybs noricus ,un acciaio ad alto contenuto di carbonio prodotto nell'antica regione norica e famoso in tutto l'Impero romano, dove era impiegato per la produzione di armi, per la sua durezza. Un centro di produzione era Magdalensberg.

Data la capacità di assorbire i colpi oltre a quella di impartirli l’acciaio fu successivamente impiegato per produrre equipaggiamenti di difesa come parastinchi ,spalline e corazze.
A seguito dello sviluppo tecnologico che portò alle armi da fuoco l’utilizzo delle spade cadde in disuso ,tuttavia l’acciaio trovò il modo per rientrare, con l’ennesima evoluzione ,nel gioco della guerra armata.
Negli anni immediatamente precedenti alla prima guerra mondiale la produzione di armi aumentò considerevolmente nel Regno Unito, ma si incontrarono problemi per l'eccessiva erosione delle superfici interne delle canne da fuoco. Un mettallurgo inglese di nome Harry Brearley cominciò a sperimentare nuovi tipi di acciaio con maggiore resistenza alle alte temperature . Fece alcune prove aggiungendo una certa percentuale di cromo, ottenendo una più alta resistenza alle alte temperature rispetto agli acciai al carbonio.
Brearley chiamò dapprima questa nuova lega "rustless steel" (acciaio senza ruggine), ma Ernest Stuart, della manifattura di coltelleria Portland Works, suggerì la denominazione più eufonica "stainless Steel" (acciaio senza macchie). Si ritiene che il primo vero acciaio inossidabile, prodotto da Brearley con una fornace elettrica il 13 agosto 1913, fosse una lega ferrosa contenente lo 0,24% di carbonio e il 12,8% di cromo (in peso).
Nel 1920 l'ente siderurgico britannico "Iron and Steel Institute" gli assegnò la Bessemer's Gold Medal per la sua scoperta.
L’acciaio viene ancora impiegato per la realizzazione di coltelli da combattimento ,pistole o come parte dei materiali compositi con cui si realizzano i carri armati . 

Bibliografia

Step#19

Chimica di guerra 
Combattere e guerra sono sempre stati sinonimi di scienza ,tuttavia se il progresso tecnologico è senza dubbio l’aspetto positivo di questa relazione, la letalità e pericolosità  di alcune armi, come quelle chimiche e nucleari ,rappresentano non solo un aspetto negativo ,ma crimini cosi efferati ed atroci da far si che l’utilizzo di essi sia diffidato dalle comunità internazionali .
La quasi totalità dei paesi del mondo ha infatti preso parte ,dapprima nel 1993 alla convenzione sulle armi chimiche che proibisce qualsiasi attività rivolta a sviluppo, produzione, acquisizione, detenzione, conservazione, trasferimento e uso di armi chimiche e dei materiali ad esse collegati ;poi nel 1995 al trattato di non proliferazione nucleare che si basa su tre principi: disarmo, non proliferazione e uso pacifico del nucleare.
A discapito della notorietà degli usi fatti del nucleare e della storia che lega questa branca della scienza alla guerra ,la chimica in battaglia ha radici poco conosciute e ben più antiche.
Nel 10.000 a.C. circa alcune popolazione stanziate nell’attuale regione sudafricana usavano frecce avvelenate, imbevendo il legno e le punte con veleni di scorpioni o serpenti ,ignare delle implicazioni scientifiche, queste società guerriere dette Sam costruivano le primi armi chimiche .
L’utilizzo dei veleni e la tossicità di alcune sostanze furono utilizzate largamente anche dai popoli orientali ,scritti cinesi risalenti al IV secolo a.C. descrivono ricette per la produzione di gas velenosi od irritanti da usare in guerra ed in altre occasioni.
Tuttavia la testimonianza più antica dell'uso di gas velenosi in guerra risale al V secolo a.C., durante la guerra del Peloponneso, fra ateniesi e spartani.
 Le forze di Sparta studiarono una miscela incendiata di legno, resina e zolfo sperando che il fumo velenoso entrato nei polmoni degli ateniesi li tramortisse rendendoli inermi rispetto ai loro attacchi .
Altri utilizzi documentati di armi chimiche riconducono sia ai persiani ,che ricorsero all'uso di veleni per opporsi all'avanzata di Alessandro Magno (334 - 331 a.C.), sia ai romani che li diffusero anche ad oriente fornendo un arma importante ai bizantini contro gli arabi.
A seguito di questi utilizzi, complice la complessità della materia e l’evoluzione di altre discipline a scopo bellico, l’utilizzo delle armi chimiche cadde in disuso per parecchi secoli .
A paventarne nuovamente l’utilizzo nel rinascimento fu Leonardo Da Vinci ,nei suoi manoscritti  l’ingegnere toscano annotava quanto segue

«gettare veleno in forma di polvere sulle galee. Gesso, solfuro d'arsenico triturato, e verderame in polvere si possono lanciare sulle navi nemiche per mezzo di piccoli mangani, e tutti coloro che respirando inaleranno la polvere nei polmoni saranno asfissiati.»


Un esimio propugnatore dell’utilizzo delle armi chimiche a secoli di distanza dall’impiego bizantino fu il chimico britannico Lyon Playfair . Inventore di alcune armi chimiche come bossoli contenti veleni e armi che sprigionavano gas letali Playfair offri i suoi studi alla corte inglese, la quale declinò l’offerta a causa dell’atrocità dei mezzi costruiti dal chimico .A seguito del diniego Playfair scrisse

«Non c'era senso in quell'obiezione. Si considera condotta di guerra legittima riempire proiettili con rottami di ferro che schizzano in tutte le direzioni e uccidono nelle maniere più spaventose. Perché un vapore velenoso che dovrebbe uccidere gli uomini senza sofferenze deve essere considerato invece illegittimo rimane incomprensibile. La guerra è distruzione, e quanto più distruttiva la si rende con le minori sofferenze, tanto prima terminerà quale barbaro metodo di proteggere gli interessi nazionali. Non c'è dubbio che col tempo la chimica verrà usata per alleviare le sofferenze dei combattenti, e anche dei criminali condannati a morte.»

A discapito di ciò che meritoriamente sostenne a suo tempo il governo Inglese circa l’utilizzo della chimica in guerra ,armi chimiche furono poi utilizzate in tutte le più importanti guerre del XX secolo. In molti paesi a oriente di Greenwich queste vengono ancora utilizzate nonostante  le tragiche implicazioni che ne conseguono  . Il connubio tra chimica e guerra appare oggi evidente,ciò che tuttavia lo è ancor più ,è la conquista di civiltà che si è avuta con la convenzione del 1993 .
Bibliografia
https://it.wikipedia.org/wiki/Armi_chimiche
https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_chimica
https://it.wikipedia.org/wiki/Stati_con_armi_nucleari

Step#18

La stampa ai tempi della guerra
La guerre! c'est une chose trop grave pour la confier à des militaires
“la guerra è un cosa troppo seria per essere lasciata in mano ai militari”
Georges Clemenceau con questa frase fa una sintesi tanto breve quanto precisa di cosa è la guerra, del resto chi più di lui una guerra poteva capirla , giornalista e politico che di guerra ha vissuto quella del 15-18.
In quella formula risiede l’essenza stessa della guerra, da buon francese dell’era post napoleonica sapeva esattamente che per fare la guerra era necessario che i tre poteri montesquielliani si muovessero all’ unisono per efficientare la gestione delle risorse, delle energie ,degli armamenti, delle alleanze e non per ultimo la gestione della popolazione.
Se i rivoltosi potevano essere sedati con l’opera delle milizie di stato ,la gestione degli umori popolari era compito della stampa.
Nacque cosi la definizione ,a distanza di mezzo secolo dalla morte di Clemenceau ,di quarto potere.
La più grande stortura della relazione tra questo potere e gli altri, specie quello politico ,si ha nei regimi totalitari,in questi l’indipendenza della stampa viene annullata e subordinata ai dettami politici.
L’esempio principe di questa violazione di libertà e indipendenza ,detta stampa di regime ,è rappresentata dalla stampa italiana durante la seconda guerra mondiale .
L’agenda dei giornali essendo dettata dai capi gabinetto dei ministeri invece che dai capi redazioni dei giornali, raccontava a dispetto di ben altre verità; di battaglia vinte , di uno stato forte , di una guerra che volgeva al termine ,di un nemico non oppresso ma liberato .
La stampa doveva divenire cosi un organo in grado di elargire speranza alla popolazione ,bisognava attraverso di essa validare e glorificare l’azioni compiute dal potere politico per evitare malumori e rappresaglie .


In diversa misura ,seppur con metodi similari, ciò avveniva anche nelle democrazie occidentali . In nazioni  libere come l’America del XX secolo,una prima pagina che riprendesse una notizia contraria alla linea governativa in tempo di guerra era comunque cosa rara e pericolosa . 




Questa è la prima pagina del New York Times dopo l’attacco nucleare all’isola nipponica.
La stampa più che raccontare un fatto di cronaca legato alla guerra ha da sempre rappresentato durante un conflitto un mezzo utile ai governi, contravvendo cosi alla formula Montanelliana 

«Chi di voi vorrà fare il giornalista, si ricordi di scegliere il proprio padrone: il lettore.»
Bibliografia

Step#25

Articolo di commiato  Il viaggio iniziato pochi mesi fa con la stesura e pubblicazione del primo articolo del blog si conclude con quest’...