venerdì 8 maggio 2020

Step#08


Combattere prima del V secolo D C 

L’arte di studiare e innovare la guerra è una costante storica, se la scienza e la biologia oggi fanno da padroni nelle guerre moderne tra testate nucleare e armi chimiche ,prima del V Sec d.c. ,la meccanica e la metallurgia rappresentavano la più grande fonte di innovazione .
L’arte del lavorare i metalli influiva pesantemente nella creazione e produzione delle armi che i soldati utilizzavano nel corpo a corpo, si realizzavano sia equipaggiamenti atti alla difesa ,sia armi come lame lance o spade.Celebre e di utillizzo assai diffuso nell’epoca romana fu il Gladio. Adottato a cavallo tra il III ed il II secolo a.C. era una spada con massiccia lama a foglia dalla punta molto marcata. Pur se di certa derivazione Celtica , le origini e la diffusione nell‘antica Roma sono ancora oggi oggetto di dibattito e ricerca. 
Secondo una leggenda, fu Scipione l'Africano il primo a portare a Roma dei gladii hispanici. Subito dopo aver conquistato Carthago Nova , il generale romano pretese dai fabbri cittadini la produzione di 100.000 spade come scotto per la salvezza della loro comunità.







Altre fonti sostengono che i romani avrebbero avuto accesso a spade di produzione ispanica sin dal IV secolo a.C. quando Roma affrontò la "minaccia gallica" sul suolo italico. Fu durante la Battaglia del fiume Anio (361 a.C.) che il romano Tito Manlio avrebbe usato un gladius hispaniensis nel duello contro il barbaro celta che gli valse il soprannome di "Torquato" (portatore del torque, ornamento da lui strappato al nemico ucciso) .
In questo caso, si potrebbe però trattare di un anacronismo terminologico causato dalla lunga convenzione di denominazione della prima spada repubblicana.
Se la metallurgia e la realizzazione degli armamenti personali dei soldati era di fondamentale importanza per vincere le guerre, ancor di più lo era la meccanica ,a questa si deve l’invenzione di armi che riuscivano ad elidere la minaccia nemica senza neppure entrarne in contatto.Tra tutte la più importante fu senza dubbio la catapulta o ballista.Le prime forme di catapulta, già presenti tra gli armamenti di Filippo di Macedonia, erano delle macchine che sfruttavano l ‘energia elastica per il lancio di piccoli proietti o frecce.
Successivamente con l’utilizzo di due molle a torsione si ottenne una macchina più potente con un potere distruttivo mai visto prima.La macchina può infatti arrivare a importanti dimensioni e altezze sino a 6-7 m , i proietti da lanciare diventano oggetti con una massa di 26Kg.

Lo studio di questa ingegnosa macchina, portò Dionisio d ‘Alessandria(270 A .C) a crearne una versione con caricatore multiplo per frecce e i Romani all’invenzione della cheiroballista, macchina leggera montata su un carro a due ruote sostituita poi dalla catapulta ad un solo braccio ,l’onagro.
Bibliografia
Vittorio Marchis,Storia delle macchine ,Laterza,2005

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