lunedì 1 giugno 2020

Step#18

La stampa ai tempi della guerra
La guerre! c'est une chose trop grave pour la confier à des militaires
“la guerra è un cosa troppo seria per essere lasciata in mano ai militari”
Georges Clemenceau con questa frase fa una sintesi tanto breve quanto precisa di cosa è la guerra, del resto chi più di lui una guerra poteva capirla , giornalista e politico che di guerra ha vissuto quella del 15-18.
In quella formula risiede l’essenza stessa della guerra, da buon francese dell’era post napoleonica sapeva esattamente che per fare la guerra era necessario che i tre poteri montesquielliani si muovessero all’ unisono per efficientare la gestione delle risorse, delle energie ,degli armamenti, delle alleanze e non per ultimo la gestione della popolazione.
Se i rivoltosi potevano essere sedati con l’opera delle milizie di stato ,la gestione degli umori popolari era compito della stampa.
Nacque cosi la definizione ,a distanza di mezzo secolo dalla morte di Clemenceau ,di quarto potere.
La più grande stortura della relazione tra questo potere e gli altri, specie quello politico ,si ha nei regimi totalitari,in questi l’indipendenza della stampa viene annullata e subordinata ai dettami politici.
L’esempio principe di questa violazione di libertà e indipendenza ,detta stampa di regime ,è rappresentata dalla stampa italiana durante la seconda guerra mondiale .
L’agenda dei giornali essendo dettata dai capi gabinetto dei ministeri invece che dai capi redazioni dei giornali, raccontava a dispetto di ben altre verità; di battaglia vinte , di uno stato forte , di una guerra che volgeva al termine ,di un nemico non oppresso ma liberato .
La stampa doveva divenire cosi un organo in grado di elargire speranza alla popolazione ,bisognava attraverso di essa validare e glorificare l’azioni compiute dal potere politico per evitare malumori e rappresaglie .


In diversa misura ,seppur con metodi similari, ciò avveniva anche nelle democrazie occidentali . In nazioni  libere come l’America del XX secolo,una prima pagina che riprendesse una notizia contraria alla linea governativa in tempo di guerra era comunque cosa rara e pericolosa . 




Questa è la prima pagina del New York Times dopo l’attacco nucleare all’isola nipponica.
La stampa più che raccontare un fatto di cronaca legato alla guerra ha da sempre rappresentato durante un conflitto un mezzo utile ai governi, contravvendo cosi alla formula Montanelliana 

«Chi di voi vorrà fare il giornalista, si ricordi di scegliere il proprio padrone: il lettore.»
Bibliografia

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